Appunti dal blog di Frank Merenda

Appunti di marketing tratti dai vari blog di Frank Merenda – www.frankmerenda.com – per averli sempre sotto mano e per non dimenticare i principi base della vendita e quelli adatti per strutturare un business.

Ordine logico con il quale sviluppare un Business

  1. CATEGORIA Creare una nuova categoria è più importante del Brand
  2. BRAND Evita l’estensione di linea : un prodotto un brand
  3. CONCETTO FORTE
  4. VISUAL HAMMER Forma, Colore, Packaging, Foto del Fondatore, Azioni, Animali
  5. SLOGAN

In questo articolo troverai alcuni principi fondamentali che NON puoi ignorare se hai intenzione di costruire un vero business. Sono regole che finora ho spiegato soltanto ai miei studenti più avanzati. Quindi ti consiglio di aprire bene le orecchie, sintonizzare le frequenze cerebrali e ascoltare per filo e per segno quello che sto per dirti.

Ripartiamo dalla base. Il tuo brand si costruisce vendendo prodotti con il TUO brand. È un concetto fondamentale e continuerò a ripeterlo finché non te lo ritroverai marchiato a fuoco nella mente. Deve diventare il punto di partenza senza il quale non ti sogneresti MAI di aprire un’azienda. Voglio che tu lo ripeta religiosamente ogni sera, prima di dormire, come un mantra.

“Se non lo facciamo, non lo vendiamo.” Punto. Se non ti è ancora chiaro il perché, ti faccio un esempio. Mettiamo che io domani apra una rivendita di bagni e cucine a Lugano, con un bello store e quant’altro. L’azienda è mia e si chiama “Barigazzi e Merendazzi – bagni e cucine”. Dentro però vendo i prodotti della RiFRA, l’azienda di cucine e bagni di lusso del mio studente avanzato Matteo Rivolta.

Sai cosa significa? Significa che mi sto scavando la fossa da solo, perché sto contribuendo a costruire il SUO brand, non il mio. Se non vendo i miei prodotti, il mio brand non funzionerà mai. Perché? Perché la persona che acquista si ritrova il prodotto RiFRA in casa. NON il bagno della “Barigazzi e Merendazzi”.

Sì, magari si ricorda che il water gliel’ha venduto il signor Merendazzi in persona e gliel’ha montato il nipote del Barigazzi. Ma in casa sua vede il brand RiFRA ogni volta che si siede sul trono appena sveglio alla mattina.

Ogni volta che vendi i prodotti di qualcun altro, stai contribuendo a creare il suo brand. Questa è la base del business e non puoi ignorarla. Già sento le grida di ribellione del 47% subumano: “No, ma io ho un nome in paese, perché a me qui mi conoscono…”

No! Stronzate. Se procedi su questi binari, non andrai da nessuna parte e tra quarant’anni sarai ancora lì con le mani al tornio e non ne uscirai più. Non si esce vivi da questo modo sbagliato di creare aziende. Per questo è molto importante muoversi in anticipo. Per cominciare a cambiare il tuo modello di business, non puoi aspettare che ti capiti qualcosa di brutto o che ti ritrovi con l’acqua alla gola, i debiti in banca, i rientri e i castelletti saltati.

Non ha senso. Devi capire velocemente cosa stai sbagliando, spazzare via il marcio e ripartire subito con le basi corrette. “Se non lo facciamo, non lo vendiamo.”
Non c’è modo di creare un’azienda se la fai con prodotti di altre persone. Stai creando il LORO brand. Quindi prima cosa che devi pensare è questa: devi vendere i TUOI prodotti.

Altrimenti ti ritrovi con un’azienda-Frankenstein. Hai presente Frankenstein? Il romanzo scritto dalla penna di Mary Shelley all’inizio dell’ottocento. Un giovane dottore, ossessionato dall’immortalità, ha il simpatico hobby di girare per cimiteri e recuperare parti diverse di cadaveri umani. Il suo obiettivo è quello di cucirle insieme e costruire un essere a cui dar vita sfruttando l’energia di un fulmine.

Peccato che non tutto vada come previsto e ci si trovi ben presto davanti a un mostro sanguinario e senza controllo. È il risultato del delirio di onnipotenza di uno scienziato che ha costruito una creatura NON con pezzi suoi, ma mettendo insieme parti di altri. Allo stesso modo, se TU non la smetti di costruire la tua azienda vendendo prodotti non tuoi, ti ritroverai padrone di un’azienda-Frankenstein fatta e finita.

Con la differenza che tu non stai portando alla vita un personaggio leggendario della letteratura a cui si ispireranno centinaia di autori nei secoli a venire. Sei soltanto il padrone di un’azienda che si presenta come un bestione completamente privo di controllo, con la cerniera in fronte, due bulloni che gli escono dal collo e un’espressione non proprio intelligente.

Hai un’azienda in cui vendi pezzi di qualcun altro e che ti si può rivoltare contro in qualsiasi momento. Basta che chi ti fornisce i prodotti schiocchi le dita e smetta di farlo. Va bene che la tua azienda è “a criatur toia”, ma cerchiamo di non tramutarla nella Creatura di un romanzo horror, ok?

Benissimo. A questo punto, quali sono i due modelli di business che devi evitare se non vuoi creare un’azienda-Frankenstein completamente fuori controllo? Sono due e sono tipicamente italiani.

1) Il rivenditore: io rivendo prodotti di altri.

Faccio un esempio a prova di idiota. Domani ti parte l’embolo e vuoi aprire un negozio che vende mangime per cani e animali. Qual è la prima mossa che devi fare? Iniziare a produrre il tuo mangime e venderlo col tuo brand, nel tuo negozio. Non ha senso riempire gli scaffali di altri brand come Purina o Fido Dog. Fai un bel respiro e ripeti il mantra con me. “Se non lo facciamo non lo vendiamo.” Vendi solo il tuo brand e vedrai che ti passa la paura.

Come se non bastasse, in Italia vantiamo delle figure mitologiche che all’estero non conoscono nemmeno. Basti pensare all’agente plurimandatario. Sul nostro territorio, moltissime aziende hanno fondato il loro business model su questa figura. A te potrà anche sembrare normale perché è quello che hai visto sempre fare alle aziende. Nel mondo reale, invece, è follia pura.

Segui il ragionamento malato: io baso il modello di business della mia azienda su un venditore che smercia non soltanto i miei prodotti, ma anche quelli della concorrenza! “Eh ma se no come fa? Se vende solo la mia roba non ci mangia!”

Vuol dire che il tuo modello di business è una merda! Devi smettere di portarlo avanti! Ti metti di buzzo buono e lo riprogetti da zero con tutti i crismi. Se il tuo rappresentante non può campare vendendo soltanto i tuoi prodotti, vuol dire che non serve nemmeno che ce ne sia uno. Significa che quello che hai fatto finora è sbagliato e devi vendere con un modello di business diverso. Sarà necessario puntare sulla vendita diretta del tuo brand, aprendo un negozio dedicato, per esempio.

Ti racconto un aneddoto realmente accaduto per darti un’idea di come siano percepite all’estero queste pratiche tipicamente italiane. Matteo Rivolta è un mio studente privato e ha un’azienda molto importante, la RiFRA (quella che faceva concorrenza alla famigerata Barigazzi e Merendazzi all’inizio dell’articolo). Avrai sicuramente letto qualche sua testimonianza sul gruppo Venditore Vincente.

Qualche mese fa l’ho mandato direttamente da Al Ries, ad Atlanta, per farsi rifare il brand. Durante l’incontro, Al gli ha fatto la domanda da un milione di dollari: “Ma oggi come vendono le aziende italiane?”

Matteo ha cercato di spiegargli il concetto di agente plurimandatario. Riporto direttamente le sue parole. Matteo:

“Ho cercato di tradurgli il concetto di agente plurimandatario, ma Al mi chiedeva: ‘Ma questi cosa fanno?’. Io gli ho spiegato che l’agente rappresenta l’azienda tal dei tali e poi vende anche i prodotti della concorrenza. E alla fine mi ha detto: ‘Guarda, da noi c’erano quando non esisteva la televisione. Se avevi bisogno di qualcosa, arrivava il venditore con la borsa piena di prodotti diversi. Perché non c’era la televisione, non c’era nessun’altra alternativa.”

Quindi possiamo solennemente annunciare che il plurimandatario ormai è un dinosauro estinto da tempo negli Stati Uniti. Il concetto è questo: noi abbiamo delle concezioni sul fare business che sono assurde.

  • Rivendere prodotti degli altri.
  • Mandare in giro il rappresentante con la valigetta a vendere i tuoi prodotti e quelli della concorrenza.

Come cazzo fai a creare un brand in questo modo??? Questo è il problema del modello di fare business italiano: la rivendita è un modo stupido di stare
sul mercato. Fare il rivenditore è stupido perché non ha senso distribuire i prodotti di altri, mai. Non puoi scalare un modello di business costruito in questo modo, per quanto tu sia bravo e intelligente.

È inutile appendere il poster di Steve Jobs in camera, se prima non capisci che non devi fare il rivenditore.

Steve Jobs aveva colto un aspetto cruciale, tra i mille. Aveva detto: “Il mio software gira sul mio hardware”. Basta. La Apple vive e prospera ancora oggi proprio grazie a questa intuizione. Sai perché tutti i vari Samsung vendono molto meno? Perché sul telefono hanno montato quell’Android di merda che ha anche il telefono cinese a venti euro.

In soldoni, la Samsung sta facendo il rivenditore di un software prodotto da un’altra azienda. Come si può creare un brand veramente forte su queste premesse?
Non si può. Ed è chiaro che nel medio-lungo periodo la Samsung avrebbe preso sonore mazzate. Software mio, hardware mio. Finisce lì.

E arriviamo al secondo modello di business da cui devi scappare, come se fossi inseguito da una muta di cani alsaziani affamati da giorni

2) Il terzista: io produco prodotti per gli altri.

Anche in questo caso, ti sei confezionato una bella azienda-Frankenstein coi fiocchi pronta a perdere il controllo e ammazzare le tue finanze. Ti stai chiedendo in che modo puoi finire in un bagno di sangue? Ti rispondo subito. Se fai il terzista vuol dire che produci prodotti che verranno poi venduti da altri. Mi segui?

E se gli affari girano e l’azienda per cui produci riesce a vendere bene, sembra una gran figata, vero? NEIN! Sbagliato! In realtà sei fottuto lo stesso. Se vuoi produrre di più devi aumentare i capannoni, i macchinari, i leasing e il numero di operai alla catena di montaggio. E finché l’azienda per cui produci riesce a vendere, sembra tutto sostenibile.

Ma se la produzione per mille motivi diminuisce o salta del tutto, tu gli operai li devi continuare a pagare, le bollette e la banca le devi continuare a pagare, i materiali li devi continuare a pagare. E se non sei in grado, ti ritrovi coi libri contabili in tribunale ancora prima di riuscire a dire “no ma secondo me…”. Senza contare che in Italia non è così facile chiudere un impianto dalla sera alla mattina.

Quindi, questo è il principio di base che devi infilarti bene in testa: se fai il terzista, non hai il controllo della tua attività e quindi non hai un business scalabile. Se cambia il vento e in Francia non comprano più le cucine RiFRA, Matteo prende e sposta il business in Spagna. Non è un problema, perché produce e vende il suo prodotto e ha controllo sul suo marketing. Può ricreare velocemente un mercato e ha delle strategie di ammortamento del rischio.

Se il rischio può essere controllato, il business è buono. Ma quando fai il terzista per un altro, vivi nel costante terrore che non sia in grado di vendere i tuoi prodotti. E se salta per aria chi ti commissiona il lavoro, sei rovinato.

I venditori non sono tuoi, i negozi non sono tuoi… Non ti rimane nulla, se non una enorme catena di produzione inutilizzata. Tradotto: hai un rischio di impresa pari a più infinito. È inutile investire tempo, soldi ed energie su un business del genere.

È un argomento che ho affrontato anche con due miei studenti proprietari di un’azienda che produce zanzariere. Loro fortunatamente le producono e le vendono, ma se analizziamo una qualsiasi azienda dello stesso settore noterai anche tu il tipico errore del business italico.

Faccio il prodotto e poi lo do da vendere alle persone in “loco”. Chi sono le persone in loco in questo caso? Ovviamente, sono gli installatori di finestre… dei veri e propri muratori. Se il futuro del tuo business nella creazione e nella vendita di un prodotto premium price, perché magari è fatto molto bene ed è veramente il top di gamma, è delegato alla voglia e alla capacità di venderlo di un gruppo di muratori … capisci che non hai il controllo reale della tua attività?

La tua azienda è un VERO business se hai il controllo su tutta la filiera del processo produttivo. Se non c’è controllo, non c’è business.

E ti ritroverai a inseguire la tua azienda-Frankenstein con le viti al collo e un’espressione poco intelligente, mentre parte per la tangente e distrugge le tue finanze e – non ultima – la tua serenità mentale.

Capisci ora perché fare il rivenditore e il terzista NON è una buona idea se vuoi davvero portare il tuo business al prossimo livello? Nel primo caso, sei schiavo del produttore. Nel secondo caso, sei schiavo del rivenditore. In entrambi i contesti, quello che ti manca è il “Controllo”. Devi smontare qualsiasi modello di business ti lasci in balia di azioni e decisioni non tue!

ARTICOLO SU PINKAOLIN – Applicazione del Brand ad una Vernice Bianca

****

Anche se nessuno te lo ha mai detto, devi sapere che ogni business ha una soglia d’accesso. Compreso il tuo. Cosa intendo? Semplice: si tratta della barriera che ti protegge dagli attacchi dei tuoi concorrenti. In altre parole la legge della soglia di ingresso ti permette di capire quanto è difficile, per qualcun altro, entrare nel tuo mercato.

Se la tua soglia di ingresso è bassa allora chiunque può arrivare e farti il culo, entrando di cattiveria nel tuo mercato e mandandoti in pensione prima del previsto. L’unico modo che hai per evitare che ciò accada è far sì che per un altro sia impossibile clonare esattamente quello che fai. Questo è fattibile solo se la soglia di ingresso al tuo mercato è più impenetrabile del portale di Stargate.

Ricordi il film di qualche anno fa? La “Porta delle stelle” – Stargate appunto – era un portale che univa due universi paralleli e che, una volta attivato, creava un varco spazio-temporale che collegava la terra a un misterioso pianeta alieno. Ma per potervi accedere occorreva possedere e saper decifrare complessi codici, riunire insieme alcuni oggetti, ed essere in possesso di un anello magico.

L’anello magico che apre la soglia di ingresso al tuo mercato, permettendo SOLO A TE di accedervi (lasciando fuori tutti i tuoi competitor) è la legge del “Non lo facciamo, non lo vendiamo”. Ho spiegato nel dettaglio l’importanza di questa legge all’interno di uno dei precedenti articoli di questo blog. In breve consiste nel vendere solo prodotti che hanno il tuo brand e di evitare di vendere prodotti di altri.

La lezione di oggi ti salverà il culo dalle aggressioni di quei competitor che sognano di arricchirsi entrando nel tuo mercato. Quindi concedimi solo qualche minuto di qualità, poi sarai libero di tornare a controllare che i tuoi dipendenti non si addormentino durante l’orario di lavoro.

Vuoi sapere perché la protezione della tua soglia di ingresso è così strettamente legata alla regola del “Non lo facciamo, non lo vendiamo”? Ti accontento subito. Se rivendi prodotti di altri non potrai mai dormire sonni tranquilli. Chi ti assicura che un domani il tuo fornitore non si sveglierà con la luna storta e deciderà di “tagliarti i viveri” dando i suoi prodotti a qualcun altro? Nessuno, appunto.

Un po’ come se nel film Stargate qualsiasi subumano avesse potuto fare avanti e indietro attraverso dei varchi spazio-temporali lasciati incustoditi. Ti immagini che casino? Ecco…

A tutto questo si aggiunge anche un altro grosso problema. Se rivendi prodotti di altri, che controllo pensi di avere sul marketing di un prodotto che NON è tuo?

Nessuno. E secondo te cosa succede se NON hai alcun controllo sul marketing? Esatto! Chiunque può vendere le stesse cose che vendi tu, facendoti il culo. Perché se non controlli il tuo marketing non puoi crearti un brand solido che sia in grado di distinguersi da quelli della concorrenza.

Anche se sei molto fortunato e trovi un fornitore che ti concede l’esclusiva su un determinato prodotto, c’è comunque un altro pericolo in agguato. Ed è proprio la mancanza di controllo sulla comunicazione. Anche se sei l’unico a rivendere quel prodotto … in ogni caso NON ti puoi posizionare e NON puoi creare il tuo brand. Perché NON è TUO.

Sei destinato a rimanere un burattino nelle mani degli altri. Quindi devi sperare che:

  • Il tuo fornitore abbia delle strategie di marketing belle forti e mirate.
  • Che sia in grado di posizionare il prodotto che ti dà da rivendere.
  • Che sappia quello che fa in termini di creazione di brand…

Mi raccomando allora, vedi di sperare forte forte forte! Poiché il tuo business è nelle SUE mani! Ora rifletti su una cosa. Sei sicuro che la tua azienda non stia già correndo questi pericoli? Sei sicuro che il tuo Stargate sia protetto dall’accesso di chiunque voglia entrare di prepotenza nel tuo mercato?

Mi dispiace tirarti questa secchiata di acqua gelida, ma io sono quasi certo che se dessi un’occhiata al tuo mercato riuscirei a trovare almeno dieci possibilità di entrarci.

Scommettiamo che se mi ci metto di buzzo duro in poco tempo trovo il modo di entrare senza problemi anche nel tuo mercato? In fondo ho fatto così in ogni mercato nel quale ho deciso di inserirmi. E sono sempre riuscito a guadagnarmi una posizione di spicco in ogni settore nel quale ho deciso di entrare. Vuoi sapere perché?

  1. Perché chi c’era prima in quel mercato aveva una soglia di accesso troppo bassa.
  2. Perché io non ho mai venduto nulla di cui non potessi controllare il marketing.
  3. Le prime due, all’infinito.

Ecco perché te lo voglio ripetere ancora una volta: se la soglia di ingresso al tuo business è bassa chiunque può arrivare e clonarlo, spappolando te e la tua azienda. Cosa devi fare quindi?

Devi innalzare la tua soglia di ingresso, posizionandoti in maniera chiara nel tuo mercato, creando i tuoi brand e vendendo SOLO ciò che produci.

Se fai queste tre cose diventa praticamente impossibile per gli altri clonare esattamente quello che fai e replicare il tuo business. Non puoi impedire che qualcuno provi a copiarti. Ci sarà sempre qualcuno che ci prova … e questo va pure bene. E’ un buon segnale. L’importante è metterti al sicuro e rinforzare la tua posizione nella mente dei clienti.

Per riprendere l’esempio di Stargate, sarebbe un po’ come DISTRUGGERE l’anello che apre il portale. Chiunque potrebbe trovare il papiro con i simboli magici, riunire i simboli e decifrarli, arrivare al punto esatto in cui si apre il varco spazio-temporale. Ma a quel punto, senza l’anello, non potrebbe varcare la soglia dello Stargate.

In altre parole, non puoi impedire che altri provino a copiare il tuo business, ma puoi impedire che abbiano successo nel farlo!

E voglio mostrartelo in maniera ancora più chiara con un esempio reale. Prendi Posta Power. Se tu la guardi dall’esterno, non capisci quale sia il modello di business. La guardi e dici: “Ma cazzo, chiunque può essere in grado di fare il postino! Il postino è un mestiere da sfigato!”

E infatti è la stessa filosofia di tutti quelli che aprono le poste private. Pensano: “Che cazzo ci vuole a fare un bollettino, ritirare la posta, consegnarla? È una stronzata!” In realtà noi facciamo tutto un altro gioco. Noi non siamo una copia dell’ufficio postale. Noi facciamo B2B. Posta Power è un business basato sulla vendita, non è basato sulla posta.

La posta è un prodotto come un altro. La difficoltà sta nell’acquisire il cliente. O meglio: serve semplicemente della gente cazzuta che abbia un metodo, che sappia quello che sta facendo. Essendo l’acquisizione del cliente estremamente delicata e complessa in un business del genere, chi non è addestrato da me e non è nel mio circuito non può farcela.

Perché vai dall’avvocato e l’avvocato ti dice: “Vaffanculo!”. Non una ma due, tre, dieci volte di fila. Poi chiama i carabinieri. E non ridere, perché è successo a molti dei miei affiliati. Dal punto di vista pratico magari Posta Power non richiede una scienza troppo avanzata: non ci vuole tanto a ritirare della posta e a consegnarla.

Ma dal punto di vista commerciale… Cazzo, dal punto di vista commerciale ha una soglia di accesso altissima! Uno scappato di casa non riuscirebbe a farsi dare nemmeno una raccomandata da un avvocato. I miei ragazzi invece fanno centinaia di clienti, e fatturano come tre poste private normali messe insieme. Ci sarà un motivo, non credi?

La creazione di un business come Posta Power è complicata e l’acquisizione clienti è una sfida. Il nostro target è diffidente all’inverosimile. Parlo di imprenditori, liberi professionisti, avvocati, notai, commercialisti, assicuratori… Gente tosta.

Ma nel momento in cui la soglia di accesso è alta, e hai creato nella tua zona quel fatturato, è difficile che qualcuno si possa sostituire a te nella mente del cliente. Perché nessuno potrà più cacciarti dal mercato se mantieni alta la soglia di accesso chiudendo la porta a doppia mandata

Tutto ciò cosa significa? Che praticamente non perdiamo i clienti. Mai. Vuoi sapere cosa succede quando un competitor prova a soffiarci un cliente? Vanno lì e provano a impostare una trattativa basata sul prezzo. Ad esempio: “Io la raccomandata invece che 4 euro te la faccio 2.70 euro.”

Vuoi sapere cosa rispondono i nostri clienti? “Vaffanculo, io rimango con Posta Power perché hanno un servizio fantastico!” Perché? Perché il servizio è così fatto bene che la soglia di accesso ormai è impossibile da oltrepassare per i nostri competitors. Così tanto che te gli puoi fare lo sconto di quella minchia che ti pare, ma i clienti non ci lasciano.

Posta Power è così forte come business che non abbiamo il problema del prezzo della concorrenza. La concorrenza fa la metà? I nostri clienti gli dicono: “Vaffanculo, rimango con Simone; rimango con Ale; rimango con Mirko.” È così! Gli dicono: “Vaffanculo, spendo di più, ma almeno so che funziona bene!”

Questo equivale a POSSEDERE lo Stargate. Nemmeno avere i papiri e l’anello come nel film, craccare i codici eccetera… Questo equivale a POSSEDERE la soglia di accesso al tuo mercato. Se arrivi a questa posizione nella mente dei tuoi clienti, sei a posto. E il business è al sicuro.

Una volta messe in pratica le giuste tecniche per rafforzare la tua soglia di accesso e consolidare il tuo posizionamento, il prezzo diventa secondario. I tuoi competitors non ti potranno più fare la guerra sul prezzo. Infatti la paura che i tuoi concorrenti facciano un prezzo inferiore è una paura infondata.

So che in questo momento potrebbe sembrarti impossibile. Ma devi sapere che quando sei in grado di risolvere alla perfezione un problema avvertito dai tuoi
clienti, e di comunicarlo nella maniera corretta, il prezzo passa in secondo piano.

Prendi, ad esempio, una delle mie aziende attraverso cui vendo formazione. In particolare il brand è Venditore Vincente, un corso di formazione che costa alcune migliaia di euro a biglietto. Gli altri corsi di vendita li trovi invece su Internet a 100 euro, 79 euro.Se il prezzo fosse una questione fondamentale ai miei corsi non verrebbe nessuno. E invece sono sempre strapieni. Di che parliamo allora? Il prezzo non esiste.

Il prezzo esiste quando tu vendi della roba “inutile”. Nel senso che vendi un prodotto o un servizio che il cliente può trovare anche altrove. E questo è l’errore più grande che tu possa fare: vendere qualcosa che i tuoi clienti possono trovare anche altrove, e che chiunque può copiarti annullando la soglia di accesso al tuo business.

Come ti ho già detto, tutto ciò che non si basa sul tuo controllo diretto devi lasciarlo perdere. Un esempio lampante del tradimento della legge della soglia di accesso è il business della sigaretta elettronica. E’ una strozzata perché è basato sulla moda, e come ogni moda ha una durata limitata nel tempo! Inoltre non hai nessuna soglia di accesso verso i competitors.

Non fai nulla di speciale. Sei uno dei tanti che le vendono. Non è difficile aprire un negozio. Ti basta chiamare uno dei mille franchising nati sull’onda dell’entusiasmo per sfruttare il trend positivo e vedere chi ti vende la merce al prezzo più basso. Molti sono disposti a dartela persino in conto vendita, pur di svuotare il proprio magazzino nel tuo e contrastare la concorrenza.

Quando la soglia di accesso è così bassa che qualunque coglione può aprirne uno, allora hai un grosso problema. Infatti qualche anno fa in giro c’erano solo negozi di sigarette elettroniche. Il risultato? Ovviamente il mercato si è saturato in breve tempo e sono falliti tutti. E’ rimasto praticamente solo Smoke, che guarda caso era il primo!

Ora ad esempio va di moda la patata fritta olandese. Un genio si alza la mattina e pensa: “Ho trovato! Apro la patateria!”. Ma che cazzo di business è la patata fritta? Fai il bravo. Come la brandizzi la patata fritta? È una commodity. La patata è una commodity, è materia prima. La trovi al mercato delle merci, la friggi e la vendi.

Che ci vuole ad aprire una friggitoria di fianco a te? Dopo che ce ne sono cinque sulla stessa via, infatti, falliscono tutti. Tutto si può fare, per carità. Ma io non aprirei mai un’attività del genere, perché non rispetta nessuna delle leggi del business. Qualunque stronzo può vendere le stesse cose che vendi tu e magari può farlo a prezzo minore.

Difficile avere la Ferrari della sigaretta elettronica, o la Maserati della patata fritta. Ma è possibile invece avere la Venditore Vincente dei corsi di vendita, o la Posta Power delle aziende postali. Secondo te è un caso che entrambe le abbia create io? Se invece hai voglia di puzzare di olio fritto apriti pure una friggitoria. Ma poi non dirmi che non ti avevo avvertito…

***